L’infanzia, l’università e le prime esperienze di lavoro
Sono nato a Napoli il 2 aprile del 1978, ma ho sempre vissuto a Palma Campania, il paese d’origine dei miei genitori. Qui sono cresciuto e qui vivo ancora oggi con la mia famiglia, mia moglie e i miei figli. Ho avuto un’infanzia molto serena ma anche molto stimolante. Dopo il liceo mi sono iscritto alla Parthenope di Napoli, alla Facoltà di Economia e Commercio… Il pallino della formazione, come ho già raccontato nel mio libro “Now”, l’ho ereditato da mio padre, che è il fondatore delle scuole paritarie Iervolino, cui ha dedicato tutta la sua vita. Per la laurea avevo svolto una tesi sul franchising. Un docente dell’Università di Salerno, che collaborava con mio padre, la lesse e ne rimase colpito. Mi presentò ai responsabili del corso di laurea in Scienze della Formazione del suo ateneo e così cominciai ad approfondire il tema della formazione a distanza nei suoi corsi. In questo modo mi è venuta l’idea di Pegaso, consolidata anche con alcuni viaggi negli Stati Uniti e con lo studio di autori che mi sono particolarmente cari, come Bruner, Levy e Kotler.
Il mio mentore? Mio padre Antonio
Nella vita di ogni uomo ci sono figure essenziali, che possono essere considerate un esempio e un modello, e senza le quali noi non saremmo diventate le persone che siamo. Mio padre è stato questo per me. L’ho perso, purtroppo, poco dopo la nascita di Pegaso. La mia vena imprenditoriale nasce dall’esempio che mi ha dato: è stato un imprenditore a tutto tondo, oltre che un genitore attento, capace di motivare i suoi figli, inculcando loro il rispetto e l’abnegazione verso il lavoro.
Mio padre Antonio ha dato quell’impronta che poi ci ha permesso di credere realmente, con passione, a ciò che facciamo, e a ciò che era, ancora in embrione, il nostro progetto di vita. È stato lui a suggerirmi di chiamare l’università con il nome del cavallo che scalciando aveva fatto nascere la sorgente delle Muse che, per noi, è quella del sapere. E questo nome mi ha portato fortuna.
Il mio primo viaggio in America
Ho sempre mal digerito il fatto che in Italia ci siano troppi ostacoli all’ingresso nel mondo professionale e imprenditoriale, più che in altri paesi occidentali.
Durante il lungo viaggio negli Stati Uniti, compiuto quando avevo 24 anni, ho, invece, constatato il contrario: l’ascensore sociale è una possibilità che non viene negata a nessuno.
Durante il soggiorno negli States ebbi modo di approfondire il modello della formazione telematica, delle piattaforme tecnologiche, della rete distributiva, dei linguaggi multitasking. Quindici anni fa già si parlava di linguaggi veloci, virali. Il web 1.0 si stava trasformando in quello 2.0, contaminativo, sociale, trasparente.
Fui travolto da quest’onda rivoluzionaria. Tornato in Italia, decisi che quello sarebbe stato il mio progetto di vita.
L’inizio dell’avventura
Nel 2003 era stato emanato il decreto “Moratti-Stanca” (dal nome dei ministri dell’Istruzione e dell’Innovazione) che istituiva le università telematiche. Misi in piedi una squadra che doveva aiutarmi a realizzare il mio progetto.
In un locale tre metri per tre scrivemmo tutta la struttura con un network che ci ha permesso di penetrare nei territori più sperduti della nostra penisola. Volevo un’università aperta a tutti, libera, democratica, innovativa. Un’università in cui gli studenti potessero decidere di studiare dove e quando volevano, di indossare la propria formazione come un abito cucito su misura e recapitato a domicilio, la cui taglia e il cui stile si adattassero al loro corpo. Poco più di dieci anni fa, quando concepii questa realtà, non c’era tanta gente disposta a capirne la portata innovativa e a credere in noi. Gli inizi non furono facili. Io avevo lo stesso entusiasmo che ho oggi, la stessa passione, lo stesso slancio, ma avevo sottovalutato il fatto che l’Italia non era pronta. C’è voluto del tempo ma alla fine il riconoscimento è arrivato. In tanti hanno iniziato a preferirci, non solo ragazzi appena diplomati, ma anche professionisti già inseriti nel mondo del lavoro (insegnanti, forze dell’ordine, avvocati e così via).
I numeri di oggi
I risultati di Pegaso sono il nostro biglietto da visita. In dieci anni abbiamo avuto oltre 60.000 studenti. Abbiamo 10 corsi di laurea e oltre 200 corsi post laurea e post diploma, sviluppati sui temi multidisciplinari del Diritto, dell’Economia, dell’Ingegneria e delle Scienze Umane. Il mercato continua a premiarci. Ci stiamo espandendo all’estero e grazie alla partnership di Unioncamere stiamo rilanciando l’Universitas Mercatorum. L’obiettivo è farla diventare la prima Start Up University italiana. Tutti hanno finalmente compreso che è necessario muoversi nel solco della formazione continua: oggi è diventato sempre più necessario, infatti, il costante perfezionamento delle qualifiche, il cosiddetto lifelong learning, che rappresenta lo strumento essenziale per far fronte ai cambiamenti di un mondo sempre più globalizzato e veloce.
La formazione come un abito cucito addosso
Pegaso è la prima università telematica italiana ad aver abbattuto le convenzionali barriere di spazio e di tempo. “Studiare come, dove e quando vuoi”: è questo il nostro motto, in riferimento a una modalità innovativa e vincente che ha tra i suoi obiettivi principali la più completa interazione tra accademia e studente. Pegaso sfrutta tutto il potenziale del web. Ha un approccio diretto a quelle che sono le esigenze delle persone e dei fabbisogni sociali. E poi è un’università che personalizza la formazione: la novità più grande riguarda la possibilità di “indossare” la formazione come un abito cucito addosso e recapitato a domicilio. Chi pensa che un’università telematica non faccia ricerca si sbaglia di grosso. Pegaso ne fa molta e anche di grande livello.
Le sedi Pegaso e l’internazionalizzazione
La sfida attuale è creare una vera “Global University” attraverso il processo di internazionalizzazione. Pertanto, l’apertura delle prime sedi fuori dal territorio nazionale assume un ruolo strategico e un valore aggiunto anche per gli studenti italiani, che potranno contare su un mercato del lavoro globale. Russia, Argentina, Turchia, Malta, Bulgaria, Stati Uniti, Cina, Brasile, India sono alcuni dei paesi a cui guardiamo con interesse.
Just press start (up), Mercatorum e le altre iniziative
Con il mio ultimo libro appena uscito, “Just press start (up) – dall’idea all’impresa”, edito da Giapeto, continua il mio viaggio nell’innovazione, in particolare attraverso il mondo delle start up, imprese in grado di tradurre idee originali in realtà vincenti… Universitas Mercatorum è un progetto nato dall’accordo siglato tra Pegaso e Unioncamere. È una “startup university” tutta made in Italy, che si collega direttamente alle aziende e ha sede presso ogni Camera di Commercio. Mi piacerebbe fare del Sud Italia il tech hub dei prossimi anni: per me l’innovazione e la formazione finalizzata a mettere i giovani nelle condizioni di innovare sono una sorta di missione nella missione. Da qui il senso di molte recenti iniziative. Tra queste anche la costituzione del laboratorio universitario Lab 46, un progetto sostenuto dall’Università Telematica Pegaso e da Universitas Mercatorum, con la partecipazione dell’Interporto di Nola…. Bisogna che ci sentiamo tutti parte del cambiamento e della speranza, contribuendo ognuno secondo le proprie possibilità e le proprie inclinazioni a ricostruire laddove qualcosa si è spezzato. Perché, come diceva don Milani: “Non serve avere le mani pulite se poi si tengono in tasca”.